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Bifora65

“Ci si sente leggermente appartati dalla vita, anche se dentro di essa,
come sulla terrazza della casa del vivere.”

FERNANDO PESSOA

Uno sguardo indietro

Architetture di lago

Superate il cancello di ingresso dell’eclettica Villa Crespi, il Relais & Châteaux in stile moresco (a ricordare i minareti di Baghdad). Procedete in discesa, costeggiandone il muro di cinta. State percorrendo l’antica via al lago, via Fava, poi via Giovanetti in direzione del centro storico di Orta San Giulio. Qualche curva e vi apparirà il lago! Lungo questa via, come potrete notare, si snodano ville di grandi famiglie e di rinomate scuole architettoniche: dall’aristocratica dimora dei marchesi Natta d’Alfiano, con i suoi giardini di bosso ricamati, alla neoclassica villa Vicini, di scuola antonelliana; dalla villa Curioni, detta “il Sasso”, perché edificata su uno sperone roccioso, all’elegante villa Torino, un tempo sede del municipio. Una sequenza straordinaria di edifici per stili e storia. Una ricchezza che è superata solo dalla bellezza naturalistica del luogo.

Sacro Monte

Alzate gli occhi alla vostra destra. La vecchia strada del lago corre ai piedi del promontorio collinoso del Sacro Monte, patrimonio dell’Unesco. Si tratta di un rilievo di verde lussureggiante, posto proprio al centro della penisola di Orta. Tra la sua vegetazione, si nascondono venti cappelle affrescate, che rievocano la storia di San Francesco. Al loro interno, infatti, è possibile ripercorrere la vita del frate di Assisi, messa in scena da ben 375 statue in terracotta dipinte e a grandezza naturale: dalla nascita alla canonizzazione, passando per l’approvazione della sua regola da parte di Innocenzo III, le tentazioni, le stimmate.

Il Sacro Monte di Orta fa parte del gruppo dei nove Sacri Monti alpini dislocati in Piemonte e Lombardia. La sua realizzazione si deve alla spinta della Controriforma per contrastare il luteranesimo. Visitandolo, state certi di trovarvi in un luogo magico, che ha esercitato anche in passato un fascino notevole su molti viaggiatori. Uno per tutti, il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Ricordate il teorico del “superuomo”? Salì al Sacro Monte insieme all’amica russa Lou von Salomé nel maggio del 1882 mentre era in viaggio per Lucerna. Nietzsche non scorderà mai queste sponde. La tradizione della villeggiatura sulla riviera d’Orta risale, invece, agli anni della peste di metà Seicento. Allora, numerose famiglie patrizie o benestanti, temendo il contagio, sfollarono lungo il lago. Qui diedero vita a ricche dimore che si affiancarono a quelle già esistenti, creando un’affascinante armonia di edifici.

Villa Giovanetti

Tra le dimore storiche ortesi è il civico 65, costruzione di impianto tardo medioevale nelle vicinanze della piccola chiesa della Trinità, quartiere “Moccarolo”. Qui, infatti, trovate la casa di famiglia dell’avvocato ortese Giacomo Giovanetti (1787-1849), figura storica dell’Ottocento, che oggi dà il nome alla via sino al suo sbocco nella centralissima piazza Motta. Siete in pieno Risorgimento italiano! Tra i più attivi del foro piemontese all’epoca di Carlo Alberto di Savoia, il senatore Giovanetti fu, infatti, stretto collaboratore ed amico del conte Camillo Benso di Cavour. Liberista ed esperto di diritto delle acque a livello internazionale, si batté per il loro utilizzo autonomo in agricoltura, occupandosi anche di risicoltura e setifici. La sua abitazione si affaccia lungo il lago con il suo raccolto giardino nel quale, a primavera, fioriscono le belle magnolie anche della varietà nipponica.

Uno sguardo avanti

Villa Giovanetti: il restauro

La storia recente della città di Orta San Giulio è stata segnata positivamente dal recupero conservativo di alcune delle sue belle case lungo il lago e dei loro giardini. Guardatevi attorno. Tra queste, è stata strappata a lustri di incuria anche la dimora del giurista piemontese di cui stiamo raccontando. Essa è stata restaurata a partire dal 2002, quando si è intervenuti sul blocco di sinistra del complesso. La villa, infatti, si compone di due corpi, posti frontalmente, che racchiudono tra loro un cortile rettangolare porticato. Sullo sfondo, proprio lungo la collina del Sacro Monte, scorre una linea ininterrotta di scale in pietra, che conduce a tre balze sovrastate da un centenario bosco di magnolie. “Quando scoprimmo Villa Giovanetti nel 2001 – spiega la proprietaria, Carlotta Cassine, che l’ha acquistata allora con il marito – il complesso versava in pessime condizioni: anni di abbandono avevano provocato un profondo degrado strutturale. Era necessario un robusto restauro, ma rispettoso delle peculiarità architettoniche della dimora”.

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Sin da allora è stato avviato un energico lavoro progettuale per recuperare questo straordinario contenitore dalle tante stratificazioni murarie e dalla vista impareggiabile. L’accurato restauro ha coinvolto anche il circuito del verde del complesso, sia quello a lago sia quello a monte.

La “bifora”: il restauro bis

Il secondo blocco di villa Giovanetti, quello di destra, di forma quadrata, è stato invece restaurato nel corso del 2018-2019. Il suo impianto è addirittura tardo medioevale. Potrete constatarlo osservando le cornici del portale ancora ben visibile lungo il muro perimetrale in sasso nello stradino che conduce al monte. Successivi e numerosi rimaneggiamenti dell’edificio nei secoli hanno condotto alla realizzazione della pregevole doppia apertura sulla facciata principale, da cui si può ammirare lo spettacolo abbagliante del lago e della sua isola. Di qui il nome “bifora”! Seguito dalla Soprintendenza torinese e volto a garantire il recupero filologico dell’edificio, l’intervento conservativo è stato eseguito interamente da maestranze locali specializzate. La “Bifora” ha in tal modo potuto mantenere i volumi originari e le peculiarità architettoniche che le erano proprie.

Ecco allora potrete notare il caratteristico cortiletto interno su cui si affacciano gli ambienti del primo piano; salire lungo il luminoso vano della scala centrale in pietra; o percorrere lo stradino che corre dietro all’edificio e che conduce direttamente alla collina. Ecco il terrazzo affacciato sul lago, la cantina con il pozzo; i muri in sasso e l’affiorare quà e là della pietra su cui la “Bifora” è in parte edificata. E infine non si può dimenticare il giardino pied dans l’eau con la scala in pietra per accedere al lago, le vecchie magnolie a fare ombra alle ringhierine in ferro lungo la sponda. Dovete sapere che, proprio sotto le fronde di quelle vecchie magnolie, l’ultimo discendente della famiglia Giovanetti si intratteneva con lo scrittore e regista Mario Soldati, nel suo documentario sulla “rustica, romantica e patriarcale” città di Orta, girato nel 1956.

Messa a fuoco

L’evoluzione: Bifora65

La vita di villa Giovanetti si allunga nel presente. Oggi la sua porzione recentemente restaurata e denominata Bifora65 è un piccolo, curato lake retreat, destinato al turismo internazionale del lago d’Orta. Affacciata direttamente sul lago, la struttura è composta da cinque raffinati “studio” che offrono accoglienza ad un numero limitato di dieci ospiti. Ciascuna unità, interpretata in chiave contemporanea, è immaginata anche per soggiorni di medio termine con cucina attrezzata, lavanderia condivisa e parcheggi privati, ed offre la possibilità di godere dello spazio rigenerante del giardino a lago attrezzato.

Borghi d’Italia

Guarda la puntata dedicata a Orta s. Giulio  VISUALIZZA VIDEO

Documentario “Orta mia”

Guarda il documentario “Orta mia” di Mario Soldati  VISUALIZZA VIDEO

 

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